renrenren3: (Default)
Ren ([personal profile] renrenren3) wrote in [community profile] literen2012-02-04 09:56 pm

FIC-ITA * To the sound of a heartbeat * COW-T * Dimiguel

Titolo: To the sound of a heartbeat
Fandom: COW-T
Personaggi: Dimitri/Miguel, Miguel/OMC
Parole: ~4,000
Rating: NC-17
Avvertimenti: linguaggio scurrile, prostituzione
Riassunto: Miguel odia Dimitri, odia il fatto che Dimitri riesce a fargli perdere un controllo con un semplice bacio, odia questa città, odia la stupida guerra scatenata dalla Veggente. Ma, soprattutto, odia Dimitri.
Beta: nessuno
Notes: Scritto per la missione 2.2 (prostituzione) del COW-T 2 @ [livejournal.com profile] maridichallenge. Perché chiaramente Dimiguel è una shipping legit e inventarsi personalità e backstory dei personaggi a partire da quattro righe di canon è il mio nuovo hobby preferito.



Quando la luce del sole al tramonto tinge tutto di rosso, la città diventa, se non bella, almeno guardabile. Le chiazze d'olio sul fiume hanno riflessi scarlatti, le ombre nelle strade si allungano sempre di più, il rumore del traffico si smorza mentre i pochi cittadini rimasti si affrettano a tornare a casa prima del coprifuoco. Di notte, quando l'oscurità avvolge gli edifici, è ancora meglio. Potendo, Miguel vorrebbe che fosse sempre notte per non dover vedere le brutture architettoniche in mezzo alle quali gli tocca vivere.

A questa città, Miguel non ci è affezionato neanche un po'. Ogni tanto gli viene la tentazione di prendere e andarsene, di portarsi dietro tutti quelli della sua banda che vogliono seguirlo e cercare una città meno brutta, meno puzzolente, meno rumorosa. Poi finisce per restare, ogni volta, anche se non sa bene perché. È più facile dire perché gli altri capibanda non se ne vanno. Antonio, sicuro di sé al limite della strafottenza, convinto di essere a un passo dallo sconfiggere le altre bande una volta per tutte. Jake, sempre con i suoi sorrisetti, come se fosse l'unico ad aver capito la battuta, che si diverte a combattere ogni giorno il loro interminabile scontro. E poi c'è Dimitri, che forse è l'unico a pensare davvero che la città se la passerebbe meglio se fosse tutta in mano sua. Dimitri l'altruista. Dimitri il santarellino.

È una cosa istintiva, come l'istintiva rivalità che c'è fra gli angeli e i diavoli, quelli che danno il nome alle loro due bande. Miguel odia Dimitri. Lo odia fin da prima, fin da quando Dimitri era solo uno dei suoi tanti altri compagni di banda, un tipo alto e pallido e con la faccia lunga, un uomo (quasi ancora un ragazzo) qualunque. Miguel non si ricorda le circostanze del loro primo incontro, ma ricorda di averlo guardato negli occhi e di essersi ripromesso che un giorno l'avrebbe ucciso. Poi Dimitri era salito sempre più di rango, fino a prendere il controllo dei City Angels, e Miguel se n'era andato piuttosto che prendere ordini da lui. A quel tempo era più facile, c'erano venti e passa bande rivali, le più piccole contavano appena tre o quattro membri.

A uno a uno gli altri capibanda erano stati sconfitti, i loro uomini erano stati annientati o reclutati dalle bande più forti, il numero delle bande era diminuito. Finchè un giorno il sole era sorto su una città tinta di sangue, su una piazza piena di feriti, sul cadavere di uno dei cinque capi rimanenti che era rimasto ucciso in una schermaglia. Miguel aveva scorto Dimitri sul lato opposto della piazza e aveva puntato il coltello sporco di sangue contro di lui.

"Tu sei il prossimo, angelo," aveva detto Miguel.

Dimitri aveva scoperto i denti in un sorriso che era quasi un ghigno. "Vedremo chi ucciderà chi," era stata la sua risposta.

Rimanevano quattro bande, sembrava inevitabile che una dovesse alla fine ottenere il dominio sulle altre e impadronirsi della città. Ma questo è successo molto tempo fa, e le bande sono rimaste quattro, e i loro capi sono gli stessi che c'erano allora. Sembra quasi che la situazione sia a un punto di stallo, senza vincitori né vinti.

Miguel ci si è abituato, ormai conosce gli altri così bene che è naturale andare a bere una birra con Antonio nello stesso bar in cui ha fatto a pugni con Jake la sera prima, e magari la mattina dopo prenderanno tutti e tre il caffè al bar di fronte. Si è abituato a scambiare insulti con Dimitri, a pranzare insieme nell'unica panineria decente della città, a incontrarlo di nascosto sul retro del Prince of Persia per del sesso clandestino. Non si ricorda neanche come sia iniziata questa storia, e continua a odiare Dimitri come nessun altro al mondo, ma in fondo questa sua routine non gli dispiace. Gli va bene continuare a combattere in questa città fino alla fine dei suoi giorni.

Invece, il destino e la Veggente hanno altri piani. Sette settimane, queste sono state le sue parole. Gli sguardi degli altri sono chiari. Non gli piace prendere ordini da una ragazzina, non gli piacciono i suoi giochetti, ma questa guerra fra bande è durata fin troppo. È ora di farla finita una volta per tutte.

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Si incontrano per caso tre giorni dopo al tramonto in una viuzza nella zona del ponte basso. Miguel è alla ricerca del bar più vicino, ha un occhio nero e un umore ancora più nero. Cammina in fretta e alza il bavero della giacca di pelle, un po' perché dal fiume tira un vento gelido, un po' perché questa non è la sua zona e non vuole attirare una rissa. Ha già passato il pomeriggio a suonarle di santa ragione a un gruppo di Mighty Knights e gli serve una pausa prima di suonarle a qualcun altro.

Gira l'angolo e si trova di fronte Dimitri che sta uscendo dal portone di un palazzo. I loro sguardi si incontrano e Miguel mette subito una mano in tasca, sul coltello a serramanico che porta sempre con sé. È in guardia perché non sa mai se oggi è uno dei giorni in cui finiranno a combattere o in cui finiranno a scopare. Non che ci sia molta differenza, con Dimitri. Tutti i loro incontri lasciano Miguel indolenzito, pieno di lividi e senza forze.

Dimitri getta la sigaretta che stava fumando, la calpesta sotto il tacco della scarpa e gli fa un cenno con la testa. Anche lui non ha un bell'aspetto, ha i vestiti stropicciati e uno schizzo di sangue su una guancia, anche se da come si muove non sembra ferito. "Miguel," dice, allungando l'ultima vocale con il suo accento insopportabile.

Miguel annuisce in risposta. "Che ci fai qui?" gli chiede, lanciando un rapido sguardo all'edificio da cui Dimitri è appena uscito. "Questo è il territorio dei Magic Sticks."

"Per ora," Dimitri risponde. "La Veggente è stata chiara. Ci sarà un solo vincitore che avrà come premio la città, e questo vuol dire che gli altri tre dovranno perdere tutto."

Prima che Miguel possa reagire, Dimitri lo afferra per le spalle, lo spinge contro il muro e lo bacia e, okay, oggi è uno di quei giorni. Le dita di Miguel sono ancora sul coltello. Sarebbe così facile estrarlo dalla tasca, aprirlo con uno scatto deciso e conficcare la lama nello stomaco di Dimitri. I suoi occhi, ancora più blu del cielo sopra le loro teste, sono socchiusi. Basterebbe una sola mossa per ucciderlo, Dimitri non se ne accorgerebbe neanche.

La bocca di Dimitri ha il sapore di quelle sigarette economiche che fuma in continuazione. Miguel afferra il bavero del suo cappotto, così forte che quasi lo strappa, e lo tira a sé. Dimitri mormora qualcosa di indistinto contro la bocca di Miguel e spinge una gamba fra le sue. Al contatto improvviso, Miguel morde il labbro inferiore di Dimitri per evitare di farsi sfuggire un gemito di piacere fin troppo imbarazzante.

Dimitri gli lancia un sorrisetto divertito e continua a strofinarsi lentamente contro di lui. "Oggi sei molto impaziente," dice, e si passa il pollice sul labbro per asciugare una goccia di sangue.

Miguel odia Dimitri, odia il fatto che Dimitri riesce a farlo sentire così con un semplice bacio, odia non riuscire a pensare ad altro che quanto sarebbe meglio poter far questo senza vestiti e sentire la pelle nuda di Dimitri sotto le sue dita. Ma non posono, lui non può avere Dimitri, specialmente non qui e adesso, e questo è quello che Miguel odia più di tutto il resto.

Sono in strada in pieno giorno e chiunque potrebbe passare di qui e vederli. Lui e Dimitri non sono esattamente il segreto meglio custodito della città, la Veggente di sicuro ha visto tutto con la sua fottuta palla di cristallo, ma anche gli altri sospettano. Antonio lancia loro occhiate torve tutte le volte che li vede insieme, Jake ammicca e fa battute sconce, i membri delle loro bande (composte in allarmante percentuale da ragazze e giovani donne al di sotto dei trent'anni) ridacchiano e spettegolano alle loro spalle. Ma i sospetti sono una conto, farsi scoprire in un vicolo insieme a Dimitri con i pantaloni abbassati, quella è del tutto un'altra cosa.

"No," dice Miguel. Mette una mano sul petto di Dimitri e lo spinge indietro. Non possono, non nel mezzo di una fottutissima guerra.

"No?" Dimitri ripete. Sogghigna. "Sei diventato timido e casto improvvisamente, fratello?"

Miguel non vuole altro che baciarlo e cancellargli quell'espressione insolente dalla faccia. Invece dice, "Pensamo avessimo deciso che qui nessuno è fratello di nessun altro."

Questo, perlomeno, fa svanire il sorriso di Dimitri. "Già," dice, asciutto. "È così." Lancia uno sguardo alla mano di Miguel, ancora poggiata sul suo petto, e Miguel abbassa il braccio con riluttanza.

Dimitri gira sui tacchi e se ne va senza un'altra parola. Miguel lo guarda allontanarsi, ancora con le spalle contro il muro, e quando sparisce dietro l'angolo impreca.

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Per tutto il resto della settimana, Miguel non incontra più Dimitri in giro. I suoi informatori gli fanno sapere che i City Angels stanno lanciando un'offensiva nella zona nord-est della città, al di là del fiume, e lui non vuole sentire altro. Non gli importa sapere dov'è Dimitri o cosa sta facendo in questo momento. I Blood Devils sono caduti in un'imboscata e hanno subito gravi perdite, un sacco di loro combattenti sono finiti all'ospedale, e Miguel lotta per evitare che la sua banda venga eliminata all'istante dal gioco perverso della Veggente. Ma gli riesce difficile concentrarsi, specialmente sapendo che Dimitri si è già impossessato di alcuni edifici chiave, ha in pratica già vinto questa battaglia.

Quando il sole tramonta sulla fine della prima settimana, grazie a un qualche miracolo, Miguel e i suoi fanno il punto della situazione e decidono che non sono più in netto svantaggio, anzi hanno recuperato terreno e ora controllano una quantità di edifici paragonabile a quella di Jake e Antonio.

"Ottimo lavoro, capo," dice una dei suoi Blood Devils, mentre un'altra alza il pugno al cielo. "Stasera si festeggia!"

Miguel però non si sente proprio dell'umore giusto per festeggiare. Non hanno perso, però non hanno neanche vinto. Si presenta dalla Veggente con la faccia scura, e la visita non fa che incupire il suo umore. Tutti sanno benissimo che i City Angels hanno vinto, dare una fottuta medaglia a Dimitri è come spargere sale sul loro orgoglio ferito. Ma la ciliegina sulla torta è l'annuncio che dovranno scontrarsi a due a due per il possesso dei locali da bowling. Neanche edifici importanti come grattacieli o banche, locali da bowling.

La Veggente è l'unica divertita all'idea, Miguel e gli altri hanno tutti facce torve. Miguel lancia un'occhiata a Dimitri, il suo diretto avversario (può giurare che la stronza l'ha fatto apposta, di sicuro li ha spiati in un qualche bel momento), ma Dimitri guarda fisso davanti a sé e non incrocia il suo sguardo.

Dopo aver lasciato il palazzo della veggente, Miguel va dritto al Prince of Persia. Ha una mezza idea di ubriacarsi e di aspettare Dimitri, che a volte viene qui nei fine settimana. Non ha voglia di combatterlo subito, ma sarebbe bene concordare quando e come si affronteranno, o la Veggente farà di testa sua e deciderà che dovranno affrontarsi in una sfida di bowling, o in una partita di strip poker, o in chissà cosa.

Quella notte Dimitri non si fa vedere. Miguel aspetta seduto al bancone del bar, bevendo una quantità allarmante di tequila per ingannare il tempo e considerando l'idea di portarsi a casa uno sconosciuto per una notte di sesso davvero dimenticabile. Però nessuno dei bellimbusti palestrati e lampadati che si stanno scatenando a ritmo di musica attira la sua attenzione. Quando la discoteca chiude, poco prima dell'alba, Miguel viene sbattuto fuori e finisce per tornare a casa da solo. Il giorno dopo ha i postumi della sbronza peggiore degli ultimi dieci anni, e si fa pestare come un pivello da un paio di City Angels.

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Dimitri non si trova più in giro, da nessuna parte. Miguel non è mai stato un tipo solare, ma questa settimana diventa irascibile e pronto a saltare addosso a chiunque al minimo pretesto. Il suo malcontento è più che giustificabile: il gioco perverso della Veggente sta sfiancando i Blood Devils, che stanno rischiando di perdere tutti i territori conquistati con fatica la settimana precedente, e dall'altra parte del fiume continuano a giungere notizie allarmanti sulla rapida espansione dei City Angels. Sono ragioni sufficienti per mandare in bestia chiunque, Miguel insiste.

Poi uno dei suoi, una nuova recluta, fa l'errore di chiedergli se abbia litigato con il suo moroso. Magari era solo una battuta, magari il novellino stava cercando di essere d'aiuto, ma Miguel gli fa una tale sfuriata che da quel momento in avanti tutti stanno bene attenti a girargli alla larga.

La sera successiva, Miguel evita il suo solito pellegrinaggio al Prince of Persia e cerca un bordello. Ce ne sono molti nella zona fra il ponte alto e il ponte di mezzo, lo sfruttamento della prostituzione è molto lucrativo e le bande se li stanno contendendo avidamente. Quasi tutti i muri della zona sono ricoperti da graffitti che indicano a chi appartengono i vari edifici: un sacco hanno le ali bianche dei City Angels, ma ci sono anche lo scudo e la spada dei Mighty Knights e l'arcobaleno dei Magic Sticks. Qua e là spuntano anche i pentacoli scarlatti dei Blood Devils.

Miguel cerca di non pensare a quanto siano pochi i pentacoli rispetto agli altri simboli. Lui dovrebbe essere da qualche parte a combattere per il dominio di questa città maledetta invece che andare a puttane, ma non riesce a concentrarsi se non scarica la tensione in qualche modo. Alcuni dei simboli sono cancellati e coperti da altri più recenti, segno che certi edifici sono molto ambiti e sono già passati di mano più di una volta dall'inizio dei giochi. Però ci sono anche edifici del tutto privi di graffitti, quelli più malridotti e che nessuno vuole, non quando ci sono prede migliori da conquistare. Miguel si ferma davanti a uno di questi, un palazzo grigio e triste, e bussa alla porta perché il campanello è guasto.

Anche l'interno del locale è grigio e triste. Qualcuno ha cercato di ravvivare l'atmosfera piazzando ovunque lampade che spargono una luce rossastra, ma la rete elettrica qui fa schifo e alcune lampade mandano una luce intermittente. La penombra non riesce neanche a coprire la vernice scrostata dei muri e le macchie di dubbia origine sui divani, ma Miguel non è qui per ammirare l'arredamento.

C'è un energumeno seduto vicino alla porta che controlla chi va e chi viene; non appena vede Miguel si alza per venirgli incontro. "Tranquillo, non sono qui per impadronirmi della tua miserabile operazione," Miguel gli dice. "Oggi sono qui come cliente."

L'altro cerca di nascondere un sospiro di sollievo. "Hai già in mente qualcosa?" chiede.

Miguel ce l'ha, qualcosa in mente. Ha in mente capelli color biondo pallido, occhi blu appena socchiusi, un sorrisetto di superiorità e una sigaretta all'angolo della bocca. Scrolla le spalle. "Lasciami dare un'occhiata," dice.

Ci sono una mezza dozzina di ragazzi disponibili, alcuni spaparanzati sui divani, un paio seduti a un tavolino a giocare a carte. Miguel fa scorrere lo sguardo su ciascuno di loro, uno a uno, e nessuno lo colpisce particolarmente. "Lui," dice alla fine, indicando uno dei giocatori di carte.

Il ragazzo sembra giovane, avrà a malapena vent'anni. Si affretta ad abbandonare la sua partita e si alza in piedi con un sorriso. "Seguimi," dice, prendendo Miguel per mano e conducendolo in una delle stanze da letto al piano di sopra. La stanza è grigia e triste, come previsto, ma almeno il letto è largo e confortevole e sembra pulito.

Miguel si toglie la giacca e l'appoggia sullo schienale di una sedia traballante. Intanto osserva il ragazzo. Ha i capelli biondi, ma sono la sfumatura sbagliata di biondo, biondo cenere, troppo scuri. Sorride troppo e in una maniera troppo untuosa. Soprattutto, parla troppo. "Va bene se ti do del tu? Alcuni clienti preferiscono il lei. Tu sei Miguel, vero? Il capo dei Blood Devils. Ho sempre pensato che voi siete fighissimi. Io mi chiamo..."

"Non me ne frega niente del tuo nome," Miguel taglia corto. Se avesse voglia di fare conversazione, sarebbe al Prince of Persia a farsi offrire cocktail e a fingere di essere interessato a quello che qualche sconosciuto gli sta raccontando. Tutto quello che vuole stanotte è il sesso. Si siede sul bordo del letto e fa un cenno al ragazzo. "Sta' zitto per un momento, ho in mente un paio d'usi migliori per la tua lingua."

Entro breve Miguel ha il biondino inginocchiato fra le sue gambe, nudo, con le labbra tese attorno alla sua erezione. È decisamente meglio che stare a sentire le sue chiacchiere. In breve il respiro di Miguel diventa affannato, e lui attorciglia le dita fra i capelli del ragazzo. Nella scarsa luce è difficile vedere bene la sua faccia, e per un attimo Miguel si immagina che ci sia Dimitri inginocchiato davanti a lui, pensa a come sarebbe bello avere Dimitri in suo potere, sentire le sue labbra sottili attorno alla propria lunghezza. Con un gemito, Miguel spinge il bacino in avanti, costringendo il ragazzo ad andare ancora più a fondo finchè la punta del cazzo di Miguel non sfiora la sua gola. L'altro sbatte le palpebre, ma se gli dà fastidio, non lo dice.

Con una punta di irritazione, Migue pensa che Dimitri non avrebbe mai permesso a nessuno di usarlo così. Spinge il ragazzo sul letto, a faccia in giù per non doverlo guardare negli occhi, e lo scopa con una furia disperata che non sapeva di avere. Per tutto il tempo il ragazzo emette mugolii e gridolini di piacere che sono palesemente finti, ma a Miguel non importa più, non gli dice neanche di star zitto. Il suo orgasmo lo lascia ansimante e con la sensazione che, qualsiasi cosa stesse cercando, non l'ha trovata.

Miguel non aspetta neanche di riprendere fiato, si ripulisce alla bell'e meglio con una manciata di fazzoletti di carta, raccoglie i suoi vestiti dalla sedia e si riveste in silenzio. Il ragazzo lo accompaga all'uscita, camminando lentamente, troppo indolenzito per chiacchierare. Miguel sta prendendo il portafoglio dalla tasca quando la porta si apre, lasciando entrare un cliente e il vento gelido della notte invernale.

Il nuovo venuto è Dimitri. Miguel rimane paralizzato per un momento, con la mano che stringe il portafoglio ferma a mezz'aria, l'altra stretta in un pugno. Dimitri si passa una mano fra i capelli e aggrotta la fronte, anche lui insicuro sul da farsi. Non è venuto per combattere, però sono entrambi lì, tanto vale farla finita ora. Basta che qualcuno faccia la prima mossa. Il buttafuori li fissa con preoccupazione, mentre alcune prostitute si affrettano a defilarsi da una porta sul retro.

Miguel prende una manciata di banconote dal portafoglio e le porge al ragazzo, il triplo del dovuto. "Ci servirà la tua stanza," dice. "Se ci tieni alla pelle, noi non siamo mai stati qui."

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Dimitri spinge Miguel all'indietro, contro la testiera del letto, e gli sfila i jeans con un'unica rapida mossa. Le sue dita sono ghiacciate. Quando sfiorano la sua pelle, Miguel rabbrividisce al contatto. C'è un sorrisetto sulle labbra di Dimitri, così Miguel lo bacia per cancellare quell'espressione insopportabile dalla sua faccia. Le sue mani si muovono sul petto di Dimitri, gli sbottonano la camicia, gliela sfilano dalle spalle, scorrono lungo i suoi fianchi.

Pallido e perfetto, Dimitri non ha neanche una cicatrice nonostante il suo passato violento. A Miguel viene una voglia irresistibile di marchiarlo come se fosse uno dei territori che ha conquistato. Fa scorrere le labbra lungo il contorno della mascella di Dimitri, poi sulla giugulare, e lo morde così forte da lasciare il segno. Dimitri si inarca contro di lui e gli conficca le dita nell'avambraccio. Il giorno dopo avranno entrambi dei lividi e Miguel ha una scossa di piacere al pensiero.

"Come mai così possessivo oggi?" Dimitri gli chiede, divertito. Inginocchiato sul letto, torreggia al di sopra di Miguel.

Miguel si sfila la maglietta. "Sai benissimo perché," dice, quasi con un ringhio. "Dimmi la verità, stai combattendo per la città o per la Veggente? Per caso hai una cotta per lei?"

Dimitri ride, spinge di nuovo Miguel contro i cuscini, lo bacia. "Sei geloso," mormora contro le sue labbra. Ghigna. "È per questo che hai cercato di rimpiazzarmi con quella brutta copia che ho visto nell'altra stanza?"

La faccia di Miguel diventa scarlatta. "Non ho idea di che cosa tu stia parlando," mente. "Sei tu quello che faceva gli occhioni dolci alla Veggente, l'altro giorno."

"Credi davvero che lei mi interessi?" Dimitri chiede. Fa scorrere una mano verso il basso e giocherella con l'elastico dei boxer di Miguel. "È bellina ma non è il mio tipo. E poi è troppo giovane, con lei non potrei fare quello che sto per fare con te."

Miguel trattiene il respiro quando Dimitri gli sfila le mutande e preme due dita contro la sua apertura. "No, io non..." dice con voce strozzata. Afferra il polso di Dimitri. "Non mi piace essere..."

L'espressione di Dimitri in questo momento è tutto fuorchè angelica. "Con me ti piacerà," risponde, beffardo. "Se vuoi avere me invece della tua puttana da due soldi, ti piacerà." Miguel odia Dimitri.

Il vantaggio di farlo in un bordello è che non c'è scarsità di olio e di preservativi. Dimitri prende la boccetta dal tavolo e si versa una quantità abbondante di olio nel palmo della mano, mentre Miguel afferra il lenzuolo sotto di lui con così tanta forza che le sue nocche sono bianche.

Dimitri non manca di notarlo. "Farà meno male se non sei nervoso," dice, tracciando un cerchio attorno all'apertura di Miguel con un polpastrello e posizionandosi in mezzo alle sue gambe.

Il dolore non è ciò che preoccupa Miguel. Lui non vuole essere in questa posizione, dover aprire le gambe per Dimitri mentre l'altro gli infila due dita su per il culo. Odia sentirsi così indifeso.

Dimitri, stronzo com'è, se la prende con calma. Miguel non se l'aspettava, a giudicare dalla sua espressione di prima pensava che Dimitri sarebbe stato brutale, invece c'è qualcosa di quasi tenero nel modo in cui Dimitri lo penetra una nocca alla volta, aspettando che Miguel si sia abituato alla grandezza delle sue dita prima di spingere più in profondità.

"Sei così stretto," Dimitri commenta, sporgendosi a baciarlo.

Miguel lo guarda malissimo e gli morde il labbro. "Ti ho detto che non mi piace," dice, ma Dimitri muove le dita in un certo modo e a Miguel manca il respiro. Serve tutto il suo autocontrollo per non supplicare Dimitri di farlo ancora. Dimitri però gli legge la richiesta degli occhi e ripete il gesto di nuovo, e di nuovo ancora, finchè Miguel non muove il bacino in sincronia con lui, cercando disperatamente più contatto di ciò che quel bastardo di Dimitri gli concede.

Quando inizia a diventare duro, Dimitri gli impedisce di toccare la propria erezione, bloccandogli il polso in una stretta di ferro. "Non ancora," mormora. Nella luce rossa della lampada, i suoi occhi sembrano quasi viola.

Dimitri aggiunge un terzo dito, poi un quarto, allargando Miguel così lentamente che lui deve mordersi il labbro per non gridare. Miguel ritira tutto, questa non è gentilezza, questa è tortura della peggior specie, lui ha bisogno di sentire Dimitri dentro di sé e non le sue fottutissime dita.

"Vuoi darti una mossa?" ringhia, cercando di spingere contro le dita di Dimitri. È pronto, dannazione, è così pronto che sente un filo d'olio che gli cola fra le gambe, Dimitri ha usato quasi tutta la boccetta.

L'altro ghigna. "Pensavo che non ti piacesse," dice, ma finalmente toglie le dita e si alza per andare a prendere un preservativo.

Miguel non riesce a trattenere un gemito di anticipazione quando Dimitri si ingonocchia di nuovo fra le sue gambe e gli sfiora l'interno di una coscia. Però Dimitri non ha ancora intenzione di soddisfarlo.

"Cosa vuoi che faccia?" chiede, guardando Miguel dall'alto in basso. Miguel lo fulmina con lo sguardo. "Fai con calma, posso aspettare tutta la notte," dice Dimitri. "Oppure se vuoi posso andarmene e tu puoi cercare qualcun'altro che ti tenga compagnia."

"Scopami," dice Miguel, cedendo del tutto. Dimitri sarebbe capace di andarsene davvero e lasciarlo lì e lui non potrebbe sopportarlo. "Ti prego," dice, allargando le gambe come una puttana qualsiasi, non ha intenzione di supplicarlo, non sa perché lo sta supplicando, si odia per aver ceduto così facilmente, ma non ce la fa più.

Dimitri sorride. "Bastava chiederlo, fratello," dice.

Lo penetra con un unico movimento che lascia Miguel senza fiato. Il ritmo urgente a cui Dimitri si muove fa pensare a Miguel che forse anche Dimitri non ce la faceva più ad aspettare, Miguel vorrebbe prenderlo in giro per questo, recuperare almeno un po' di dignità, ma anche solo respirare è faticoso. Tutto quello che riesce a fare è aggrapparsi alle spalle di Dimitri, cercare di muoversi a ritmo con lui e pensare finalmente, sì, ti prego, dio finalmente.

Raggiunge l'orgasmo in un tempo ridicolmente breve, senza neanche essersi toccato, e Dimitri viene quasi subito dopo. Miguel lascia cadere la testa all'indietro e fissa il soffitto, ascoltando. Gli unici rumori sono i loro respiri irregolari e il battito dei loro cuori.

Non appena riesce a riprendere fiato, Miguel dice, "Smettila di chiamarmi fratello."

Dimitri si appoggia su un gomito e lo bacia, lento, quasi pigro. "No," dice quando le loro labbra si separano.

Miguel odia Dimitri.

[identity profile] misako93.livejournal.com 2012-02-16 07:35 pm (UTC)(link)
owwwwow. Devo ammettere che ero un po' restia a leggere perchè è mille anni che non leggo NC17 in italiano, però wow *^*

Ho veramente adorato l'intera caratterizzazione, e i conflitti interiori di Miguel.

.. mi imbarazza veramente tanto ammetterlo, ma possibilmente le due scene di sesso sono le più belle che abbia mai letto; normalmente trovo terribilmente inelegante il sesso descritto esplicitamente, ma sei riuscita a renderlo veramente sexy e gradevole da leggere <3

Mi piacerebbe leggere anche qualcosa dal POV di Dimitri! Sarebbe bello vedere cosa si nasconde dietro i suoi sorrisi beffardi <3